Come ho raccontato in un precedente articolo, pochi mesi fa ho iniziato un nuovo percorso formativo: un Master in PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia).
Tra le altre cose molto interessanti ed utili che sto scoprendo e riscoprendo, è il nostro funzionamento neurochimico.
Cosa intendo per sistema neurochimico?
L’essere umano, oltre a possedere un cervello e una fitta rete neurale, utilizza svariate sostanze neuroattive chiamate neurotrasmettitori e neurormoni.
Questi importanti elementi sono molto antichi, hanno una lunga storia evolutiva che segue quella dell’essere umano e vengono utilizzati per regolare situazioni e relazioni sempre più complesse.
Ogni elemento da noi prodotto ha un’influenza fondamentale sul nostro funzionamento, sui nostri comportamenti, sulle emozioni e sul pensiero. Le relazioni stesse sono a loro volta guidate ed influenzate dalle sostanze neurochimiche sociali.
Quali sono queste sostanze?
Tra le principali troviamo: endorfine, ossitocina, serotonina e dopamina.
Endorfine: lo sballo del runner
Inizio dalle endorfine perché spesso ne sento l’effetto benefico e spesso le nomino (anche e soprattutto nel podcast)
Le endorfine sono una sorta di oppioidi, naturalmente prodotte nel nostro corpo e nel nostro cervello.
Servono a ridurre il dolore e a creare una sensazione di benessere. Le ho definite “lo sballo del runner” perché l’attività fisica è una via molto utile per produrre questi oppiodi naturali nella nostra corteccia e godere del loro beneficio. Pensate a quante volte vi siete sentiti bene dopo lo sport: questo è l’effetto delle endorfine!
Le endorfine modellano le prime esperienze di legame provocando senso di sicurezza; pensiamo al bambino con la madre: quando la madre è presente il bambino è sicuro ed il livello di endorfine alto, quando la madre si separa, le endorfine calano drasticamente ed il bambino manifesta ansia da separazione.
Si ritiene che le endorfine si siano evolute nel tempo per aiutarci ad affrontare al meglio situazioni emotive e di pericolo sempre più difficile.
Dopamina: il meccanismo della ricompensa
La dopamina è la sostanza chiave del meccanismo di ricompensa (pensate al coccola del cibo) che motiva il legame, le interazioni sociali e l’attaccamento.
Tutto ciò che apprendiamo, registriamo e riproponiamo nella vita attuale, viene modulato dalla dopamina.
Le interazioni primarie con i genitori vengono registrate e memorizzate in base a dei sistemi di ricompensa emotiva e inconsciamente riprodotte e modificate nella vita attuale.
La dopamina viene rilasciata quando il cervello si aspetta una ricompensa che in genere riconosce: il solo pensiero anticipatorio può aumentarne i livelli.
Basta pensare al cibo, lo shopping, il sesso: a volte questi diventano elementi comfort a cui si ricorre per soddisfare un bisogno emotivo. Diventa un ciclo di motivazione\ricompensa e quindi successivo bisogno.
Nel momento in cui l’elemento che può soddisfare non è raggiungibile, il livello di dopamina si abbassa e così pure il livello di umore.
Questo è il meccanismo che spiega per esempio le dipendenze.
Ossitocina: evviva l’amore
Sono deputate a regolare i legami amorosi, le relazioni, le emozioni sociali e la vicinanza.
Per esempio, l’ossitona aumenta durante un abbraccio, ecco perché ci sentiamo bene quando lo riceviamo o lo doniamo.
La funzione principale di questi due neurotrasmettitori è quella di incentivare la procreazione, quindi lavorano a favore del comportamento materno e inibiscono aggressività, irritabilità e lontananza dall’altro.
Studi hanno dimostrato che il contatto fisico, il calore dell’altra persona e la vicinanza, aumentano il livello di ossitona, diminuiscono la pressione sanguigna e favorisce la sintesi proteica necessaria per la crescita neurale. Infatti, coloro che hanno avuto un attaccamento sicuro, sembrano avere un cervello meglio sviluppato.
L’ossitocina è la base da cui parte la nostra empatia e la nostra affettività.
Serotonina, la bilancia del nostro benessere
Nata per modulare alcune attività gastrointestinali, si è evoluta come modulatore nel senso del benessere, mediatore dell’aggressività e della socialità.
Regola il tono dell’umore, l’appetito e il sonno.
Spesso infatti farmaci utilizzati per la cura dell’ansia e della depressione sono a base di serotonina.
Quindi siamo “solo” neurochimica?
Non esattamente.
L’insieme di questi cinque elementi, unitamente ad altre sostanze, viene utilizzato per guidare le relazioni in tutte le loro sfaccettature, ma i nuclei che producono queste sostanze neurochimiche sono influenzati dalle nostre esperienze e dalle interazioni, sin dalla nascita.
Relazioni non buone o insicure, portano nel corso della vita, ad un aumento di ansia, agitazione e paura.
Ecco perché dico spesso ai miei pazienti di uscire, fare attività fisica e cercare relazioni: perché queste azioni possono agire positivamente sui nostri neurotrasmettitori e quindi sul nostro benessere.
Il cervello è una parte fondamentale, affascinante e meravigliosa del nostro corpo, funziona alla perfezione, fatto salvo alcuni intoppi (esperienze negative o pesanti) che possono influire e stimolare la creazione di modelli neurali non ottimali.
Quindi nasciamo con un bagaglio che si trasforma.
Gerald Edelman, biologo statunitense e premio nobel dice “Ogni cervello è assolutamente unico, sia nel suo sviluppo che nel modo in cui incontra il mondo”.
Sono perfettamente d’accordo, ecco perché, come persona e terapeuta, considero fondamentale conoscere il funzionamento del corpo e del cervello, oltre che dare spazio al mondo emotivo delle persone.
Il libro che vi consiglio per approfondire questi aspetti è Neuroscienze per clinici di Louis Cozolino; un pò tecnico, ma molto esaustivo.