Che adulto diventerà il bambino che non esprime emozioni?

In genere, le emozioni sono definite come un insieme complesso di sentimenti che producono effetti a livelli fisico e psicologico, modificando il comportamento e il pensiero della persona.

Le emozioni sono fondamentali per gli esseri umani perché insegnano a riconoscere e individuare ciò che può essere buono o cattivo, pericoloso o vantaggioso.

Secondo la terapia della Gestalt, l’emozione rappresenta il rapporto tra l’organismo e l’ambiente, è una funzione del “campo”, inteso come l’insieme degli scambi tra interno ed esterno, rappresentano uno strumento di cognizione fondamentale perché ci aiutano a capire di cosa abbiamo bisogno, come reagiamo di fronte ad una situazione, cosa vorremmo ottenere, in che direzione vogliamo andare.

Se le emozioni sono tanto importanti, perché non le esprimiamo o le reprimiamo?

Prima di tutto, è importante dire che reprimere o non esprimere le emozioni è di per sé un lavoro: tenere tutto dentro richiede energia, sforzo, sacrificio ed un enorme senso di frustrazione. Le emozioni trattenute diventano un peso che causa stress, non solo a livello psichico, ma a volte anche a livello fisico.

Le emozioni infatti sono legate a doppio filo alle sensazioni corporee e somatiche.

La repressione è un comportamento che in genere si sperimenta sin dalla tenera età con frasi del tipo “Non piangere che sei grande!”

In questo modo impariamo a riconoscere le emozioni come qualcosa di negativo o poco buono, quindi iniziamo a negarle e rimuoverle. Questo comportamento inconscio prosegue poi nell’età adulta in cui tenere a bada le emozioni diventa la normalità e spesso si cela dietro sintomi quali per esempio, disturbi compulsivi o ossessivi: non uscire di casa, fare ossessivamente le pulizie, controllare costantemente che tutto sia sistemato, ecc ecc.

Quali conseguenze comporta la repressione delle emozioni?

Come accennato prima, la repressione delle emozioni comporta delle alterazioni sia a livello comportamentale che fisico.

Può portare a senso di inferiorità, eccessiva timidezza, comportamento troppo severo verso se stessi, malattie psicosomatiche, difficoltà nelle relazioni, Non riconoscere le emozioni e non saperle vivere, comporta spesso anche il mettere in atto atteggiamenti pericolosi verso se stessi. L’autolesionismo per esempio è un modo attraverso spesso cui si esprime un disagio non riconosciuto. Questo vale anche per le dipendenze e tanti comportamenti devianti.

Come aiutarsi a superare questa difficoltà?
Prima di tutto è importante capire che le emozioni sono nostre alleate e come tali vanno attraversate e vissute.

Le emozioni arrivano sempre per un motivo sano e vero, sono legittime e ci regalano molte informazioni. Inizia chiedendoti più spesso come stai e cosa senti.

Prova a definirlo e se fatichi un pò, chiudi gli occhi e fatti aiutare dal corpo: come lo senti in questo momento? Cosa ti sta dicendo? Dove la senti questa emozione?

Se può esserti utile, puoi iniziare a scrivere quello che scopri su te stesso: scrivere aiuterà a tenere un filo conduttore su ciò che stai scoprendo.

Non preoccuparti se all’inizio farai fatica: se non sei abituato a stare su te stesso e a dedicarti del tempo, non sarà un’operazione immediata! Usa la tua pazienza e un pò di gentilezza.

Che lettura ti consiglio?

Esistono innumerevoli libri sulle emozioni, ma io inizierei da Daniel Goleman “Intelligenza emotiva. Cos’è e come può renderci felici”