Come ho già detto in precedenza, non sono una fan delle giornate mondiali, ma alcune attirano la mia attenzione per l’importanza del messaggio che vogliono mandare.

Questa è una di quelle: il 10 settembre del 2003 è stata istituita la giornata mondiale contro la prevenzione del suicidio, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone verso una maggiore conoscenza delle strategie di prevenzione ed intervento.

Non si tratta di esprimere accordo o disaccordo rispetto ad un gesto tragico e liberatorio allo stesso tempo, per quanto mi riguarda giornate come queste rappresentano uno strumento per attirare l’attenzione della comunità scientifica e per diffondere cultura rispetto ad un problema grave e spesso sconosciuto.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), calcola che nel 2000 sono morte suicide circa 1 milione di persone e il tasso globale di mortalità sia di 16 per 100 mila. Oggi il suicidio è considerato una delle tre principali cause di morte nelle persone di età tra i 15 e i 44 anni; i tentati suicida raggiungono stime molto più alte: fino a 20 volte più frequenti.

Il tasso di suicidi è sempre più alto tra le persone più anziane, ma oggi rappresenta un fattore di rischio anche per i giovani che sono diventati il gruppo maggiormente esposto a tale rischio in un terzo dei paesi del mondo.

Sempre l’OMS, riconosce che più del 90% dei casi di suicidio è associato a disturbi mentali, in particolare depressione e abuso di sostanze; oltre a questo, i fattori scatenanti possono essere di varia natura socioculturale, forti momenti di crisi socioeconomica, familiare e individuale.

Il suicidio è un problema a livello di salute mentale e la sua prevenzione non sempre viene presa in considerazione perché parlare di suicidio è molto difficile, in molte società è un tabù e spesso non viene percepito come un problema a livello di comunità.

Purtroppo sono pochissimi i paesi che hanno incluso il suicidio nelle agende della salute pubblica; il primo paese al mondo fu l’Inghilterra nel 2018 con Theresa May che istituì un incarico ministeriale dedicato.

Dal mio punto di vista, credo che prevenzione e studio di un fenomeno così importante, debba includere anche lo stigma che il suicidio porta con sé: stigma rispetto ai problemi di salute mentale e stigma rispetto alle conseguenze del gesto.

Nella mia esperienza, ho notato spesso (troppo mi sento di dire), che è ancora molto difficile parlare di difficoltà mentali e sofferenza in questo senso.

Da parte mia, promuovere questa giornata è solo un piccolo gesto per incentivare e stimolare il superamento di alcuni tabù: solo imparando a parlarne, si può imparare ad essere veramente efficaci.