Creative Commons Credits fotografia: Fernando Frazão/Agência Brasil
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La salute mentale è la protagonista delle Olimpiadi di Tokyo 2021
“Devo concentrarmi sulla mia salute mentale e non compromettere la mia salute e il mio benessere”. Sono state queste le parole con cui Simone Biles – pluricampionessa di ginnastica artistica – si è ritirata durante la gara delle olimpiadi di Tokyo 2021.
Da quel giorno la Biles si è ritirata da altre gare, partecipando solo alla finale della trave dove si è guadagnata il terzo posto.
All’inizio della gara che l’ha portata al ritiro iniziale si parlava di un infortunio fisico, in realtà – come ha dichiarato la ginnasta – la sua mente e il suo corpo non erano in sincronia. Per questo ha preferito fare un passo indietro e permettere alle sue compagne di gareggiare in una forma fisica e mentale adatta.
Quando vediamo questi atleti gareggiare e volteggiare in aria pensiamo sempre che gli infortuni possano essere solo di natura fisica, ma anche la salute mentale gioca un ruolo importantissimo.
“I did’t have a bad performance and quit. I’ve had plenty of bad performances throughout my career and finished the competition. I simply got so lost.”
Simone Biles
La campionessa ha dichiarato di essersi sentita completamente persa durante il salto del volteggio per colpa dei cosiddetti “twisties”, che causano la perdita di punti di riferimento nello spazio proprio per la mancanza di sincronia fra mente e corpo durante l’esecuzione di esercizi aerei. Per questo è fondamentalmente prendersi cura oltre che del proprio corpo anche della propria salute mentale.
La Biles non è stata la prima atleta a portare alla ribalta questo tema. Recentemente anche la tennista Naomi Osaka si era ritirata dal Roland Garros proprio per prendersi cura della propria salute psicofisica.
Come parlare di salute mentale nel modo corretto?
Sul caso della Biles sono stati scritti tanti articoli che non hanno tenuto in considerazione l’importanza dell’utilizzo di parole corrette nel parlare della salute psicofisica di questa atleta olimpionica.
Una famosa testata italiana per esempio ha messo in prima pagina una foto della Biles e di Federica Pellegrini con il titolo “La forza e la fragilità”, associando così una rinuncia per il proprio benessere mentale a un aggettivo che denota debolezza.
Altri giornali hanno invece utilizzato il termine “problemi di testa” inteso in senso negativo.
Perché è importante saper scegliere le parole corrette?
Se mal gestita, una notizia che tratta questi argomenti può rinforzare pregiudizi ancora molto presenti nella nostra società. Basti pensare che qualche anno fa il 70% degli intervistati di un sondaggio di Eurodap – l’Associazione europea per i disturbi da attacchi di panico – considerava inutile parlare con uno psicologo perché convinto che fosse utile solo alle persone fragili di mente.
È importante scegliere le parole giuste, in modo da non creare un ulteriore stigma verso la terapia, che non è la cura per chi è fragile di mente ma un supporto per ritrovare il proprio centro.