Disturbi alimentari: l’effetto della pandemia sui DCA

In questo periodo è impossibile non pensare al legame fra la pandemia relativa al Covid-19 e quella relativa ai disturbi alimentari

Da febbraio 2020 a febbraio 2021 è stata registrata una crescita media del 30% delle diagnosi di DCA, con un abbassamento della fascia di età ed un incremento dell’anoressia nervosa.
Non si tratta di dati definitivi, ma in ogni caso la situazione è preoccupante.

Come ho scritto nel mio articolo sui disturbi del comportamento alimentare, i DCA sono patologie multifattoriali legate a cause sociali, psicologiche e fisiologiche che il lockdown può aver favorito o scatenato.

Quali sono le cause scatenanti?

Gli studi sono recenti ma non è difficile pensare che l’isolamento sociale, il rientro a scuola a singhiozzi, il distanziamento da coetanei e amici, la paura legata al contagio e il maggior tempo a disposizione per dedicarsi alla propria immagine possano aver scatenato o peggiorato il rapporto con il cibo.

In più, non si deve sottovalutare il fatto che la pandemia può causare effetti facilmente assimilabili ai disturbi post-traumatici da stress – detti PTSD – anche se lo stress non è ancora finito. 

Qual è il legame fra i disturbi alimentari e la pandemia da Covid-19?

Durante questo periodo è importante prestare attenzione ai disturbi del comportamento alimentare per diversi motivi: 

  • chi era in fase di guarigione può ricadere più facilmente nelle difficoltà e nelle dinamiche nate prima del covid;
  • il fatto di essere sempre o spesso a casa può favorire l’insorgenza di nuovi disturbi;
  • gli aiuti non sono “immediati” come prima della pandemia;
  • la paura del covid in certi casi stimola la ricerca del cibo.
  • le persone affette da DCA hanno spesso la necessità di avere tutto sotto controllo, sapere che questo non è possibile può aumentare la rabbia e il disagio, che possono trovare uno sfogo nel cibo;
  • nel caso di anoressia, il corpo è indebolito e può contrarre il covid più facilmente.

L’effetto della pandemia sulle nostre abitudini alimentari

Quante persone hai sentito dire alla fine del primo lockdown: “credo che mi metterò a dieta perchè ho preso peso?”
Io ne ho sentite diverse.
Spesso la forte pressione emotiva ricade sul cibo, che diventa fonte di appagamento, coccola e sostegno.
Alla base di questo comportamento risiedono gli stessi meccanismi che favoriscono l’abuso di alcool, sigarette e droghe.
In più, riconoscere la situazione di difficoltà, porta a giustificare un maggior uso di cibo: “mi hanno tolto tutto, non possono togliermi anche questo”. 

Ricordati che questo atteggiamento non ha nulla a che fare con la pandemia, ma con bisogni che in questo momento non possiamo soddisfare o con restrizioni che si sentono pesanti.