Il Training Autogeno: applicazioni e uso in ambito lavorativo

Il Training Autogeno e lo stress sul lavoro

Nel mio ultimo articolo sul Training Autogeno ho spiegato come questi esercizi possono aiutare nei momenti di ansia e stress.
Ora ti spiegherò come si impiega, i risultati a cui porta e in quali ambiti della vita può esserti utile.

Partiamo da una situazione specifica in cui puoi utilizzare il Training Autogeno: il lavoro.
Indipendentemente dalla tua professione, il rapporto con il lavoro è fatto di performance.

Oggi più che mai il lavoro ci mette alla prova e per alcuni le modalità sono cambiate: cambiano gli orari, i rapporti con i colleghi, mettiamo la camicia o restiamo in pigiama; il tempo del lavoro non è più scandito dalle stesse pause e spesso ci troviamo a stare in casa intere giornate.

Come interviene il Training Autogeno?

Una volta appresi gli esercizi, svolgerli quotidianamente – alcuni lo fanno anche 2\3 volte al giorno – permette di interrompere il ritmo delle attività lavorative, staccando gli occhi dal computer e fermandosi per un momento.
Il tempo della riflessione permette di percepire il “silenzio” dentro di noi.

Con il passare dei giorni e la pratica costante il Training Autogeno ci permette di gestire l’ansia in modo da sentirci più tranquilli, rielaborando quello che stiamo facendo anche in ambito lavorativo.
Un approccio più sereno verso noi stessi ci consente di rivedere le nostre performance in un’ottica meno giudicante e più propositiva.

Dobbiamo considerare inoltre che passare tante ore davanti al computer genera diversi problemi, tra cui:

  • la modifica della postura con notevoli danni a livello muscolo-scheletrico;
  • l’aumento del mal di testa;
  • l’astenopia oculare;
  • l’aumento di rabbia e stress.

Da qui l’importanza di prendersi delle pause che possono aiutare a migliorare la concentrazione e quindi la qualità del lavoro svolto

Un altro esempio chiave possono essere le video-call con più persone. Può non essere gradevole parlare con uno schermo dietro al quale non sempre si può sapere chi ci sta ascoltando.

Gestire l’onda emotiva può non essere semplice, soprattutto se dall’altra parte qualcuno si aspetta qualcosa di preciso da noi.
Staccarsi dalla parte emotiva “giudicante” e centrare la presenza su noi stessi ci permetterà di svolgere riunioni e colloqui in modo più fluente ed efficace.
Infatti, l’energia non sarà rivolta al timore di un risultato negativo ma indirizzata verso una performance positiva.

Il training autogeno e la respirazione

Uno degli assunti principali del Training Autogeno prevede il collegamento tra mente e corpo, che si basa sulla respirazione.

La respirazione è strettamente connessa alle emozioni e può essere gestita lavorando sul nostro stato emotivo.
L’obiettivo di un training costante è quello di ridurre sempre di più la gestione “controllata” del respiro che man mano diventerà sempre più profondo.

Come funziona il respiro?

Spesso noto nei miei pazienti che il loro respiro è breve e superficiale.
In gergo lo definisco un respiro “spezzato”, cioè fermo all’altezza della gola o poco più in basso.
Respirare più profondamente e più a lungo è una pratica che richiede tempo e applicazione.

All’inizio si può percepire un senso di malessere, a volte infatti i miei pazienti accusano leggeri capogiri. Questo però è normale se non si è abituati a introdurre ossigeno.

Pensaci: non ti capita mai durante il giorno di fare lunghi sospiri? O di avere la necessità di inspirare profondamente? Questo spesso è segno che non stai respirando abbastanza e il tuo corpo ti sta mandando un segnale di aiuto.

Quando si vedono gli effetti?

Come ogni allenamento, anche il Training Autogeno richiede costanza e lavoro.
Non servono forzature né applicazioni esagerate che farebbero solo male.

Basta iniziare con un pò di costanza, sapendo che staccarsi dal computer 10 minuti può dare l’energia necessaria per proseguire la giornata.

“Prenditi cura del tuo corpo,
è l’unico posto in cui devi vivere”.
J. Rohn


Bibliografia

  • E. Mauti “Training Autogeno, tecniche, sequenze ed esercizi” Giunti Editore, 2012
  • Appunti “Corso di Training Autogeno” Istituto di Analisi Immaginativa Cremona frequentato nel 2016
  • B. H. Hoffmann “Manuale di training autogeno” Casa editrice Astrolabio, 1980