Psiconcologia e Covid
La pandemia da Covid-19 ha avuto un forte impatto su tutta la popolazione, in particolare sui pazienti oncologici che si trovano a dover affrontare una doppia paura: cancro e pandemia.
Questo nuovo virus ha causato ritardi nelle cure e sospensione di percorsi utili al supporto e al benessere di pazienti oncologici, a volte anche per proteggere i pazienti stessi dal contagio.
Chi è all’inizio della malattia oncologica, quindi in fase diagnostica, deve affrontare una duplice paura: covid-19 e cancro.
Al contrario, il paziente che è lontano dal momento della diagnosi rivive paure già affrontate, ma ancora ben presenti nella memoria traumatizzata da un evento simile.
Per i pazienti ospedalizzati in seguito alla diagnosi invece i sentimenti sono del tutto nuovi. Infatti, oltre a vivere la paura della malattia, devono affrontare l’intera situazione in solitudine, dato che l’accesso agli ospedali da parte di familiari e amici è molto limitato, se non del tutto assente.
Ciò provoca spesso un senso di profonda solitudine.
In un momento così particolare, possono essere d’aiuto alcune “strategie” individuali e il supporto di un professionista.
Consigli per affrontare covid e malattia oncologica
Tutti siamo in grande difficoltà di fronte alla limitazione della libertà di incontrarsi con altre persone per condividere con loro le nostre emozioni.
Le giornate sembrano molto lunghe, il senso del tempo che trascorre è spesso disorientante e vuoto.
In questi casi, la prima cosa da fare è cercare di creare e mantenere delle abitudini il più possibile simili a quelle antecedenti alla pandemia, o che possano in qualche modo aiutare a scandire i tempi della giornata.
Bastano piccoli e sani obiettivi: svegliarsi più o meno alla stessa ora e mantenere equilibrati gli orari dei pasti.
Si può dedicare del tempo all’informazione, senza essere compulsivi nella ricerca di informazioni aggiornate: una o al massimo due volte al giorno è sufficiente e meglio se durante la giornata, evitando orari serali (andare a dormire con brutte notizie, non aiuta il regolare ciclo sonno-sveglia).
Può essere utile mantenere i contatti con il mondo esterno sentendo le persone care, in particolare quelle che sentiamo più vicine e positive.
La tecnologia ci aiuta con smartphone e app che permettono video-chiamate. FaceTime, WhatsApp, Skype e molte altre permettono di vedersi e parlare. Per tenere viva la conversazione, invece, ci sono app con giochi da fare in gruppo. Ci si diverte, provare per credere.
Ritrovarsi a casa per tante ore, può essere una “buona” occasione per rispolverare vecchie passioni o scoprirne delle nuove: lettura, vecchi film, puzzle, cucito, aprite la vostra fantasia. Potrete fare scoperte interessanti!
Come può aiutare lo psicologo da casa?
In alcune situazioni, si può cercare di mantenere la seduta in studio usando le corrette misure precauzionali. Nei casi in cui questa opzione non è fattibile, il professionista può aiutarti da casa attraverso sedute online.
Oggi sono innumerevoli gli strumenti a disposizione e posso assicurare che la seduta on-line può essere utile quanto quella in presenza (a questo proposito leggi il mio articolo “La terapia online”).
La mia esperienza come psiconcologa.
Il mio approccio di studi, che si basa sulla Terapia della Gestalt, e la mia esperienza in oncologia mi hanno insegnato un valore importante del lavoro che si può fare con la malattia oncologica: l’adattamento.
So che quanto sto scrivendo potrebbe alterare la sensibilità di alcuni che, purtroppo, hanno avuto o stanno avendo esperienze negative, ma il mio percorso mi ha permesso di vedere che a volte la malattia non porta con sé solo aspetti negativi, ma anche aspetti positivi.
Alcuni dei miei pazienti che hanno affrontato la malattia, oggi riescono a mettere in luce i benefici di un’esperienza così devastante: qualcuno ha trovato maggiore consapevolezza, un valore diverso nella vita e nella morte, un profondo senso di autoefficacia, ma anche maggiore attenzione e rispetto verso il proprio corpo e la propria salute come beni unici ed ineguagliabili.
Il cancro, come tante esperienze forti, dà la possibilità in alcuni casi di portare un cambiamento profondo in se stessi, nelle proprie relazioni, del senso che si dà al valore della vita e al suo significato.
Victor Frankl, psichiatra e psicoterapeuta viennese che ha vissuto l’esperienza dei lager, parla di speranza come possibilità di tirar fuori il buono che ancora ci può essere, il senso che un’esperienza, per quanto dura ed ingiusta, può avere.
Paura, rabbia, senso di ingiustizia e impotenza non cambiano, ma possono non essere le ultime parole.