Sorridi, respira e vai piano
Thich Nhat Hanh
Il famoso psicologo E. Berne sosteneva che sono tre le capacità utili al raggiungimento dell’autonomia: consapevolezza (di cui abbiamo parlato nel precedente articolo), intimità e spontaneità.
Oggi voglio scrivere di quest’ultima: la spontaneità.
Da vocabolario, spontaneità significa naturalezza, franchezza di comportamenti e sentimenti.
In effetti chi usa la propria spontaneità sceglie il comportamento che più si avvicina al proprio modo di essere e di sentirsi, in base alla situazione e ai propri scopi.
Non è impulsività, è scelta consapevole del proprio modo di essere, anche se a volte i due concetti vengono confusi.
Essere spontanei vuol dire sperimentare la libertà di fare scelte personali, accettando la responsabilità delle nostre azioni; vuol dire sperimentare la possibilità di vivere secondo uno stile di vita che più si confà al nostro modo di essere, sentire e pensare.
Perché la spontaneità è importante?
Perché permette di arricchirci, di accrescere la fiducia in noi stessi e la nostra autostima.
Se ci permettiamo di scegliere e decidere in base a come siamo e non in base a come dovremmo essere, potremmo acquisire la forza di fare nuove esperienze, di prendere nuove decisioni e soprattutto potremmo scoprire che il nostro pensiero non è così “scentrato” rispetto al resto del mondo.
Basta darsi la possibilità di essere spontanei.
Eppure la spontaneità ce la insegnano sin da piccoli e in ogni dove sentiamo dire che l’essere spontanei è una cosa importante…e allora, se tutto ciò è vero, perché in realtà la perdiamo o lasciamo da parte? Perché sorridiamo con la mano davanti al nostro sorriso?
Ci dimentichiamo che possiamo prendere decisioni basandoci sulla nostra forza personale, mettendo da parte la nostra etica e rischiando così di essere instabili verso noi stessi.
Il famoso psicoanalista tedesco Erich Fromm così scriveva: “Rinunciare alla spontaneità e all’individualità significa soffocare la vita.”
Lo slancio verso la propria spontaneità, esprime la possibilità di decidere seguendo la direzione delle nostre potenzialità, quindi con i nostri punti di forza, i nostri limiti e le nostre aspirazioni.
Ciò non significa farsi prendere solo da istinti e spinte, bensì il contrario! Significa agire con libertà e senso e significato.
Viktor Frankl, psichiatra austriaco e fondatore della logoterapia, diceva: “Certamente l’uomo possiede degli istinti, ma questi istinti non possiedono lui. Noi non abbiamo nulla contro gli istinti né siamo contrari al fatto che un uomo li accetti. Ma sosteniamo che questa accettazione deve presupporre anche la libertà di decisione…”
Se conosciamo i nostri istinti e le condizioni dettate dall’ambiente esterno, possiamo scegliere con consapevolezza di liberare la nostra spontaneità.
Ma non è così semplice, vero?
Pensate alla “spontaneità” di un atleta che si muove sugli anelli: quella spontaneità è frutto di concentrazione estrema ed allenamento continuo; oppure pensate a quanto spontaneo può essere un pianista che senza apparente fatica, fa scorrere la mano sul pianoforte componendo sinfonie spontanee.
La spontaneità richiede allenamento e attenzione verso noi stessi, perché farsi trascinare è un attimo.
COME POSSIAMO “ALLENARE” LA SPONTANEITÀ?
Tieni un diario: scrivi costantemente quello che fai, quello che succede durante la giornata, quello che senti e rileggi le pagine scritte ogni tanto.
Quanto ritrovi di te stesso in quello che hai fatto e scritto?
Quanto spazio hai lasciato a te?
Come hai usato il tuo tempo libero?
Cosa ti è piaciuto?
Cosa potevi evitare di fare?
Cosa vedi che ti piace?
Cosa ti sembra “fuori posto”?
Osservati: impara ad osservarti come se fossi un “te esterno”.
Dai spazio alla tua azione: la spontaneità a volte va a braccetto con la creatività, metti da parte i programmi, dai spazio alla tua azione!
Il programma è… non fare un programma!
Non serve modificare tutta la vita, bastano piccoli accorgimenti, piccoli cambiamenti, per dare spazio al tuo stile ed alla tua spontaneità.
Inizia spontaneamente… e poi fammi sapere.